mercoledì 28 ottobre 2015

IL TEMPO

Un intervallo sui testi scrittura per riproporre un mio vecchio scritto sul TEMPO



 

IL TEMPO

 

Il tempo non perdona.

Ciò che il pensiero ti detta e non lo realizzi subito, non ha più senso farlo domani, le condizioni ambientali saranno mutate e l’effetto desiderato non ci sarà più.

Questo tempo che sembra immobile è invece velocissimo e non c’è posto per il rimpianto di non aver fatto.

Bisogna sempre mettere in atto ciò che il presente ci suggerisce, forse anche sbagliando, poiché le occasioni non si ripresenteranno.

Il tempo che passa lo intravvediamo nei segni che solcano i volti delle persone che abbiamo conosciuto un tempo e che rincontriamo a distanza: in quei segni leggiamo il percorso della vita.

Dobbiamo imparare a godere del presente e vivere con serenità quello che ci offre.

Un occhio al futuro ma senza lasciarci troppo condizionare al punto che non ci accorgiamo di esistere. Proiettati come siamo a quel futuro, non ci accorgiamo di chi o cosa ci passa accanto.

Da chi ci passa accanto dobbiamo imparare a cogliere e a dare come buoni compagni di viaggio. Un viaggio che si compie una volta sola.

Non sappiamo esattamente qual’é
 

 
il momento per prendere e quello per dare. Fare attenzione a questo, sarebbe come tenere la contabilità del nostro cuore riducendo il tutto ad un arido fatto di somme.

Questo deve essere un gesto istintivo. Quando è necessario avvertiamo naturalmente quella sicurezza che ciò che stiamo facendo è bene.

Sentiamo il nostro compagno che ansima, ha il fiato corto e senza che se ne avveda, mettiamogli una mano sotto il braccio e aiutiamolo a proseguire il cammino.

Così quando avvertiamo di essere stanchi e le forze ci vengono meno, senza sentirci umilati, accettiamo il braccio che ci viene offerto e proseguiamo, certi di far felice anche chi si è soffermato ad aiutarci.

Il tempo costantemente batte il suo ritmo e l’oggi diventa subito domani, quel domani che ci attende per permetterci di sempre ricominciare.   

 

                                Maria Mastrocola Dulbecco  
 
Il tempo attraverso le foto degli anni passati...
 

 

 

domenica 25 ottobre 2015

STEFANO FRANCO SARDI

Sempre sulla paura:

di FRANCO SARDI

[mod]  [del]

Sempre sulla paura:


PAURA

Vorrei toccarmi
per sentire se ci sono;
ma tutto il mio corpo è paralizzato.

Intorno a me, il vuoto.
Mi sento sospeso nello spazio.
Non ho più riferimenti.

Sono in attesa di cosa sta per accadere
e lo stomaco, prevalendo sul cervello,
dice 'nausea'.

La vista si annebbia,
i colori cambiano.
Forse non ci sono.

Vorrei sentire i rumori della vita intorno a me,
ma un jumbo mi sta atterrando nella testa.
Forse meglio non sentire.

Attività inconsulte,
mi sento allo sbando,
confusione totale.

Mente, dove sei?
Sciolta al punto che le labbra ti stanno suggendo?
Ricorda il tuo imperativo: Razionalità!.

Se tu 'lasci', che sarà mai di me?

Stefano Franco Sardi



 

 


 

 

 

sulla PAURA

sulla PAURA testo di Gabriella Danusso

[mod]  [del]

Laboratorio di scrittura Tema:
La Paura
Paura, ho quasi il timore di pronunciare questa parola.
Credo che questa sensazione sia nata, anche se inconsciamente, il giorno in cui IO sono nata... E chissà, magari la percepivo già anche prima, quando ero ancora “cullata” nel ventre materno...!
La sua presenza nella mia vita é sempre stata ed é molto influente, a volte mi fa vedere le cose più brutte di quel che sono e mi lascio così suggestionare.
La paura spesso si “nasconde”, con nomi diversi come: preoccupazione, angoscia, insicurezza, ansia, timore, panico, ecc.
Queste sensazioni sono quelle che, non riuscendo a controllarle, spesso influenzano le mie decisioni e la serenità del mio vivere quotidiano.
La prudenza é forse un “merito” della paura perché ci “mette in guardia”; ha spesso “frenato” i miei passi, purtroppo anche quando non ce n’era bisogno!
Le paure a volte si rivelano anche eccessive, ma credo sia una questione di carattere, ahimè, difficile da correggere!
La paura di sbagliare mi ha condizionata e mi condiziona ancora.
A volte la paura ha “soffocato” i miei sogni e le mie percezioni; altre mi ha dato delle grandi emozioni, dalle cui ho avuto l’ispirazione per scrivere dei pensieri che ho “racchiuso” in racconti e poesie...
La paura del buio, del dolore, della solitudine, di alcune persone, di alcuni animali, degli insetti, ecc. Quelle paure “bambine”, che ci portiamo dentro e forse per sempre!
Credo che tutti noi abbiamo le nostre paure, anche se differenti, ma queste paure, quando non sono esagerate e non diventano delle fobie, immagino siano un modo di difesa e di riflessione per affrontare la vita con più responsabilità e rispetto verso le cose e le persone.
E le sensazioni e le emozioni che ne derivano, fanno sempre “pulsare” i nostri cuori, anche se con “cadenze” diverse..., dobbiamo solo saperle ascoltare ...!

(Rivoli 22 Ottobre 2015) Gabriella Danusso



maria34

martedì 13 ottobre 2015

Ricevuto da Marina Oddone



SILENZIO

 

Tenue è il calore che unisce,

raccolgo le parole non dett

come briciole perse.

Ascolto il tuo sorriso,

ascolto le tue labbra chiuse,

percepisco l'anima 

che racconta.

Guardami e capirò

senza che una sillaba

sia proferita.

Mistero di anime

ritrovate in questo

cammino ancora lungo.              

 

Marina Oddone

 

 

 
 
 
 

IL CUSCINO

 

Un sentimento tranquillo

la luce del ricordo

riflette i miei pensieri.

Giace il cuscino con il 

 
tuo profumo, storia

continua di passato e presente.

L'amore ricercato e distillato

come un antico liquore, ma

con un sapore irrinunciabile.

 

Marina Oddone

sabato 10 ottobre 2015

PRIMA LEZIONE UNITRE RIVOLI 2015-16


                                                                    LABORATORIO DI SCRITTURA

Oggi è il primo giorno di lezioni al mio corso.
Di solito non preparo un discorso di apertura ma improvviso secondo l'atmosfera che trovo e le parole che mi sorgono dal cuore.
Quest'anno abbiamo sette nuovi iscritti e di questi cinque sono uomini.
Mi fa piacere poter dire che sfatiamo il fatto che ad emozionarsi sono solo le donne. Le iscrizioni, dicono il contrario.
Ai corsi unitre sono sempre donne, la maggioranza, e noi registriamo uomini.
Accogliamoli con calore e simpatia cosa che non è mai mancata nel nostro gruppo.
Salto subito al compito che darò a fine lezione e come leggerete creerò ancora, come sempre, un legame tra il mondo reale e il mondo virtuale.
e come leggerete ho preso spunto da una nostra comune amica del web.


Non mi piace darvi un tema per lasciare libero spazio alla fantasia ma per chi vuole chiedo di riflettere sulla:

PAURA

Che dirà di me la notte
io che ho paura del buio?
Dirà che sono fragile
e insicura.
Quando sento la pioggia
e non so che fare
quando ascolto il pianto
e vorrei fare.
Che dirà di me delle mie paure?
Volevo volare ma ora
ho le vertigini e non ho ali.
Amo il vento
quando mi porta lontano e
il mare, conosce le mie paure
le ha viste sul mio volto
quando bambina imparavo
ad andare lontano.
Chiara


Come sapete, fin dall’inizio (dieci anni fa) ho creato un collegamento tra noi e internet e quest’anno voglio chiudere allo stesso modo.
Ieri ho letto questa poesia di una amica e vi invito a leggerla e riflettere sulla “PAURA”
Forse anche noi, durante la nostra vita, abbiamo avuto paura.
Paura di qualcosa che ci ha sempre accompagnati o paure passeggere.
Riflettiamo sulla paura e raccontiamola

Maria Mastrocola Dulbecco