giovedì 28 febbraio 2013

LABORATORIO DI SCRITTURA

Pasqualina


            Durante questa calda estate del 2012, ho trascorso con la moglie un periodo di vacanza in montagna a Chiaves, frazione di Monastero di Lanzo. Non è che abbia fatto molte passeggiate, di solito mi sedevo sul balcone a leggere, a fare le parole crociate o semplicemente ad ammirare il panorama della pianura e della collina torinese che, nelle giornate limpide, è veramente bello. Un  giorno il mio amico Beppe e sua moglie Rita, dirimpettai di casa, mi chiesero se andavo con loro a trovare Pasqualina. Chiamai mia moglie e così tutti e quattro andammo a trovare questa Pasqualina.
Facemmo una bella camminata poiché dovevamo andare dall’ altro versante del paese, quello che si affaccia sulla Val Grande sopra Ceres. Beppe e Rita,  non vollero dirci nulla di Pasqualina, ci dicevano solo che la visita ci sarebbe piaciuta e che anche Pasqualina sarebbe stata contenta di vederci. Camminando tranquillamente,  arrivammo in  una zona recintata sotto le case del paese. Nel recinto si trovavano alcune pecore ed io, vedendole, sbottai: “tutta questa strada per vedere le pecore, potevamo farne a meno.” Mi intimarono di fare silenzio  e ad un certo punto dal bosco sbucò una femmina di cinghiale con i suoi piccoli. Era Pasqualina che veniva a reclamare la sua cena. Dopo alcuni minuti arrivò il proprietario delle pecore che veniva a liberarle dal recinto e portarle al pascolo. Con sé aveva anche un recipiente contenente il mangiare per la famiglia dei cinghiali che, come lo videro, lo assediarono e quasi gli impedivano di posare a terra il recipiente. Riuscito a terminare l’incombenza, venne da noi e così ci illustrò il perché del nome Pasqualina. Il Signor Bruno, l’anno scorso nei giorni di Pasqua andò nel bosco in cerca di alcuni alimenti per le pecore e trovò, in mezzo ad un mucchio di neve, un esserino che non dava segni di vita, sporco, infreddolito e pieno di zecche. Lo raccolse e lo mise in uno sacco. Portatolo a casa, con la moglie lo riscaldò vicino al camino, gli diede un biberon di latte e quel corpicino iniziò a muoversi. Insieme lo pulirono, gli eliminarono le zecche e lo portarono nella stalla. Ogni giorno lo alimentavano con il latte e poco alla volta il cinghialino prendeva confidenza con lui, con sua moglie e le pecore. Durante il giorno, seguiva le pecore che andavano al pascolo ed alla sera ritornava con loro nell’ovile. Bruno e la moglie gli avevano messo il nome di Pasqualina e lei rispondeva ai loro richiami. Un certo giorno Pasqualina non seguì le pecore e si avventurò nel bosco, Bruno pensò che finalmente aveva sentito il richiamo della vita selvatica e si era convinto di averla persa.            
Tre giorni dopo,  pasqualina  fa il suo ritorno fra le pecore e riprende a mangiare quello che Bruno e la moglie le preparavano: pane secco, verdure, patate, frutta, tutte cose di cui i cinghiali sono ghiotti. Dopo circa tre mesi e mezzo dalla sua fuga, ecco che nascono sei bei cinghiali, tre maschi e tre femmine che iniziano anche loro a girare nei boschi seguendo la madre e le pecore
Un giorno si presentano a casa di Bruno tre guardie forestali che lo minacciano di una forte multa in quanto lui teneva in cattività un cinghiale, cosa proibita dai regolamenti regionali. Bruno negò la circostanza ed invitò le guardie a fare un giro nei suoi terreni a constatare la non veridicità delle accuse. Le portò nell’ovile e  constatarono che era vuoto in quanto le pecore erano fuori al pascolo. Alla fine le guardie venatorie si convinsero che quello che avevano sentito da qualcuno che non faceva i fatti suoi, non era vero. A quel punto la moglie di Bruno chiese loro: Volete proprio vedere i piccoli cinghiali? Alla risposta affermativa prese un coperchio della pentola in cui faceva cuocere il pastone per i cinghiali ed incominciò a percuoterlo con un bastone. I cinghiali, sentendo il richiamo, dopo alcuni minuti spuntarono dal bosco, la mamma davanti seguita dai suoi sei cuccioli e corsero dalla padrona in attesa del cibo. Le guardie venatorie si stupirono al vedere queste scene e le ripresero con una telecamera. Da allora più nessuno venne molestare Bruno ed i suoi cinghiali ed alla sera, verso le 18,30 alcuni villeggianti vanno a vedere lo spettacolo di pasqualina che porta a spasso i suoi cuccioli, li porta nel bosco e poi si ferma in una radura, si corica e loro vanno ad allattarsi. Ora i piccoli hanno un mese e mezzo circa, Bruno è preoccupato perché fra pochi giorni inizierà la caccia e teme per la sorte della sua, come la chiama lui, seconda famiglia.
            E’ stata una bella esperienza, peccato non avere la macchina fotografica perché il vedere la mamma girare fra di noi tranquilla e seguire nel contempo cosa combinavano i sei piccoli era veramente bello ed istruttivo. Sono animali selvatici ma hanno innato il senso materno di difesa della cucciolata. Siamo tornati a casa contenti e  con in mente la voglia di scrivere per il laboratorio di scrittura questa bella storia.
                                                              Vasco Giuseppe




MALINCONIA

MALINCONIA
            Oggi per me è una giornata no. Mi affaccio alla finestra e vedo un cielo carico di nubi che  lasciano presagire l’imminente arrivo della pioggia. Sono solo in casa in questo giorno e mi assale una triste malinconia. Accendo la radio nella speranza di sentire qualche programma che mi aiuti a risollevare il morale che è a terra. Non riesco a spiegarmi il perché di tanta tristezza nell’animo ma tant’è, oggi è così. Ruoto la manopola della sintonia alla ricerca di una stazione radio che trasmetta qualche programma interessante che mi aiuti  a risollevarmi il morale ma non trovo nulla di allegro. Finalmente sento le note di una canzone che mi è sempre piaciuta ma che certamente non è adatta al mio umore odierno. Le note della canzone “Com’è triste Venezia” e la voce di Charles Aznavour che si spandono nell’aria non sono certo un toccasana per risollevare lo spirito.
            Spengo la radio e incurante del brutto tempo, mi vesto ed esco a fare una passeggiata, sperando di trovare un po’ di sollievo nell’animo. Vago senza meta e imbocco una strada alberata che porta in campagna. Purtroppo è già autunno avanzato, l’aria è fresca e odora di pioggia. Una leggera brezza fa tremare le foglie ingiallite ancora attaccate ai rami  ed alcune sembrano che non vogliano lasciare il ramo che le ha fatte crescere e nutrite per tutta la loro breve vita mentre altre sono già rinsecchite sulla strada. Cammino lentamente, a volte mi domando il perché di quella malinconia e non so darmi una risposta.
            Mi inoltro sempre più nella campagna brulla, ormai i raccolti sono al sicuro nei fienili o nei granai e in lontananza vedo un contadino su un trattore che ara un campo per prepararlo alla prossima semina. Vedo la terra rivoltarsi sotto l’azione del vomere e dietro il trattore alcuni uccelli volano alla ricerca di insetti che l’aratro, nel suo incedere, porta alla luce.
            Anch’io, penso, vorrei avere un aratro che mi apra il cuore alla ricerca del perché di quello stato d’animo. Nel frattempo inizia a cadere una pioggerellina leggera che, pian piano inizia ad inzupparmi gli abiti, contribuendo maggiormente a rendere più nero il mio umore. Faccio ancora un breve tratto di strada poi mi decido a rientrare.






            Intanto la pioggia inizia a diventare più insistente ed essendo uscito senza ombrello, ora ne sto pagando le conseguenze. Penso che certamente come minimo mi prenderò un bel raffreddore. Arrivato a casa, consumo un pasto frugale e mi siedo in poltrona cercando distrattamente di leggere un giornale. Poi, come un lampo, mi attraversa nella mente il ricordo: ho un appuntamento a cui non devo assolutamente mancare e ora sono maledettamente in ritardo.
            Mi rivesto e velocemente vado all’appuntamento. Come arrivo, mi accoglie la sana allegria dei colleghi già arrivati, il loro esclamare: “eccolo” e il radioso sorriso della docente Maria mi apre il cuore. Varco la soglia del locale che ci ospita e magicamente la malinconia è passata, siamo nuovamente insieme a trascorrere due ore liete nella cacofonia di voci che improvvisamente si interrompono nell’ascoltare quello che i colleghi hanno scritto, poesia o racconto che sia, per riprendere subito dopo nel commentare il lavoro fatto. Grazie  Maria che ha inculcato nella nostra mente questa forza che ci fa vincere la ritrosia che all’inizio del corso c’era in noi, a cementare un gruppo coeso e a tutti coloro che frequentano con gioia questo bellissimo anno di studio e lavoro.
            Giuseppe Vasco                   dicembre 2012                                                       




INFELICE COMMENTO TEDESCO

      
Ai tedeschi che dovrebbero sciacquarsi la bocca prima di attaccarci. Devono ricordare che siamo un popolo che discendono da una grande civiltà. Nelle situazioni più critiche tiriamo fuori il meglio di noi e risolviamo le situazioni senza che gli altri debbano indicarci la via!!!
                                                                                        Maria Mstrocola Dulbecco
Nerina Bettini Brava Maria!!! Napolitano ha fatto bene a non andare da lui!!!
Maria Mastrocola Certo che ha fatto bene, Napolitano è sempre più saggio, peccato non voglia restare!
                                      A me non importa chi ha vinto e chi ha perso ma pretendo (io piccola cosa)  il rispetto di tutti i popoli.
                                      Gli antichi romani hanno portato civiltà e insegnato a costruire strade, condotti per portare acqua, terme, e quant'altro a tutto il mondo conosciuto allora e ne troviamo resti in ogni luogo!!!
                                       Il governo tedesco dovrebbe chiederci scusa.
            
                                                                         Maria Dulbecco

martedì 26 febbraio 2013

E' solo una prova

    Prima pagina di un mio giornalino



Unitre
Laboratorio di scrittura
R I V O L I
informazioni      riflessioni       racconti       poesie

Pubblicazione a circolazione interna “ Laboratorio di scrittura “

ANNO 5°  NUMERO 8                                      
GENNAIO 2012

Cari amici dell’Unitre, vi regalo questi versi:

Sorridimi
Sorridimi
Nel profumo dei faggi.
Piroetta leggera
Rosa di allegria.

Scoveremo tesori
bacche e giunchiglie
là, sulla soglia del bosco
dove riposa il tempo.

L’augurio che rivolgo a voi e a me stessa è quello di non perdere il sorriso, nonostante la negatività che ci circonda e ci opprime. Certo è un’impresa non facile danzare con leggerezza alla musica della vita. Proviamoci insieme e non perdiamo il gusto, la voglia di cercare i tanti doni preziosi che ogni giorno ci attendono.

Danila Corlando


Scoveremo tesori…

Cari amici, mi è caro iniziare  il giornalino, che ho voluto sin dal primo anno, con un saluto che vi dimostri tutta la mia soddisfazione.
Soddisfazione per l’entusiasmo che ad ogni lezione si assapora e si evidenzia in tutta la sua spontaneità.

Quest’anno il numero degli iscritti è aumentato di molto e vi confesso che ho avuto paura, ne volevo solo 15 ed invece siamo 26!
Incredibilmente  sono riuscita a comunicare con ognuno di voi e come meglio ho potuto vi ho aggiunti nel mio cuore trovando il tempo di avere per tutti uno spicchio di calore. Un’amica dell’Unitre di Torino diceva che il nostro cuore è fatto come un arancio con tanti spicchi d’amore da poter donare a tutti quelli che incontriamo.
Quanto è vero!
Vi devo un grazie particolare perché quando sono con voi riesco a chiudere fuori ogni angoscia e spiacevoli pensieri. Vedo i vostri visi che raggianti  mi guardano felici di esprimere i pensieri, senza timori di giudizi e con grande condivisione.
E’ quello che ho sempre desiderato per questo corso che vuole dare e ricevere emozioni da ogni partecipante.
Le vostre e-mail di affetto mi hanno confermato  che lo scopo, anche quest’anno è stato raggiunto.
Un grazie di cuore e BUONE FESTE

 Ringrazio Bruna che  pubblica sul sito Unitre questo giornalino così da poter raggiungere anche chi non partecipa al corso.

A tutti ricordo di poter inviare quello che desiderano per pubblicarlo sul  giornalino di chiusura che uscirà a fine corso.
Ripeto l’indirizzo e-mail dove inviarli:

mmastrocola@alice.it


Festa d’apertura dell’anno accademico Unitre 2011-2012








Centro Congressi Comunale di Rivoli.
Mercoledì, 12 ottobre 2011

Al termine della cerimonia d'apertura dell'anno accademico 2011-2012, dell'Università della Terza Età di Rivoli, si esibisce il gruppo di musica Folk Pianezza “Li Brucantè”.
Li Brucantè è l'espressione dialettale di Chiodaioli, coloro che fabbricano le Broche (i chiodi) nella zona di Mezzenile, Pessinetto e Traves. La loro musica è legata alla antica tradizione popolare di queste vallate, Lanzo e Viù.
Gli strumenti, l'organetto diatonico, la ghironda, il mandolino, la cornamusa e il corno francese sono anch'essi strumenti di antiche origini.

In merito, propongo il seguente  brano scritto da Rinaldo. 
 

Socchiudo gli occhi e vedo danzare quattro coppie di ballerini che si muovono eseguendo una serie di passi, di movenze codificate. Mi sembra di essere piombato nel bel mezzo di una piazza di

domenica 17 febbraio 2013

BUONA  DOMENICA! 
Amici carisssimi, mi chido cosa vi scrivevo all'inizio del mio blog su splinder quando sentivo il vostro piacere di leggermi. Ho pensato di riproporvi i vecchi post (tanto li ho tutti) e lo farò dai prossimi giorni.
   Io sono uno di quei milioni di spettatori che ha ascoltato per intero il "Festival di Sanremo" (sapete tutti dicono che non lo hanno visto, ma chi sono tutti quelli che lo hanno seguito?)

   Io ricordo il primo festival che si ascoltava alla radio.
   In paese, il mio di tremila abitanti, quelli che possedevano una radio erano meno di quattroe una era la nostra.  Io, avevo undici o dodici anni, e passavo le tre serate a cercare di scrivere i testi e aL mattino passavo da Lella, più grande di me, ed insieme confrontando quello che avevo scritto io e quello scritto da lei cercavamo di ricostruire l'intera canzone.
   Radio ve ne erano poche ma vi assicuro che per le nostre strade si sentivano subito canticchiare le canzoni ascoltate.
   Questa mattina i commenti alla Tv, per l'ultima edizione, erano molti e contrastanti tra di loro. Lodi per la Littizzetto che per qualcuno aveva oscurato Fazio e per altri Fazio è stato un genio!
   Gli echi si trascineranno per tutta la settimana e sapremo cosa ci lascia questa volta.
     A me ricorda solo che sono passati tanti anni, a volte non me ne accorgo e vorrei ancora poter fare tante cose:
    Sicuramente seguirò i vari blog e finchè posso mi occuperò di questo mio amato "Laboratorio di scrittura" a Rivoli con queste persone stupende che mi dimostrano tutto il loro affetto!
    Ed oggi vi propongo una poesia di uno di loro:

VI ABBRACCIO TUTTI          Maria


 
STO ASPETTANDO UN'ALTRA ESTATE
 
 
E' una bellissima giornata invernale piena di sole,
senza un filo di vento.
Guardo il mare coi suoi riflessi abbaglianti,
che mi impediscono di goderne l'indefinibile colore
e penso che poco tempo fa ero qui, felice con te.
 
Mi guardo intorno, chiudo gli occhi,
cerco il tuo profumo, la tua voce, il tuo calore; 
ma qui ora, non c'è che lo sciabordio del mare
e il tepore di un timido sole.
Echi lontani, della nostra focosa estate.
 
Ricordo le parole sussurrate,
le tenere carezze, i baci appassionati,
mentre al chiaror della luna, rotolando sulla battigia,
ci godevamo il coccolar dell'onde
e ci giuravamo eterno amore.
 
E' una bellissima giornata invernale piena di sole,
senza un filo di vento.
Sto aspettando un'altra estate.
 
 
                              Stefano Franco Sardi
 

sabato 9 febbraio 2013

BUON SABATO

RIPRENDO POSSESSO (?) DEL MIO BLOG sperandp mi ritrovino in tanti
[mod]  [del]
Buon giorno miei cari amici superstiti di Splinder e nuovi, mi rivolgo anche agli amici dell'altro blog: maria234, Alessandra carissima, Lara e altri amici, imparate a venire in questo blog.
    Vi racconto alcune cose sui blog...A chi può interessare? Forse a nessuno ma io sento di doverlo dire.  Preferisco scrivere in questo blog perchè mi piace anche se non riesco a postare foto.  Scrivo anche su 234 perchè posso postare le foto e volendo, posso scrivere su 234 i testri con le foto e poi facendo copia incolla posso trasportare (foto comprese) su  iobloggo!
  
Mamma che confusione vi ho fatto, perdonatemi.
Ora vi dico che dalla finestra mi entra un sole splendido, vedo un cielo terso che invita a fare una passeggiata e prima di pranzo ci andrò sicuramente per  far piacere alle mie gambe che hanno bisogno di mivimento.
  Cerco qualcosa sui miei foglietti copiati e ve lo propongo o forse ripropongo perchè ve lo avevo già  popstato, perdonatemi e fermatevi un momento a salutarmi, verrò a ringraziarvi:


Un pensiero per parlarvi sempre del mio“Laboratorio di scrittura” di Rivoli che è nel mio cuore, é la mia vita-
 
Cosa dirvi di questo corso nato da 6 anni.
Posso assicurarvi che la mia soddisfazione è grandissima, basta guardare i volti dei partecipanti quando ne parlano, si illuminano di una luce gioiosa felici di esservi approdati., mi piace ripetere le parole di Rinaldo che , tra l’altro mi ha scritto:
 
“E’ come aver trovato un approdo amico e un luogo dove aprirsi. Dove non c’è ne la voglia di protagonismo, ne gelosia, ne antagonismo. E’ un po un ritrovarsi in famiglia, dove il giudicare è sospeso, dove lo sguardo e il sorriso che incroci è quello di un famigliare.”
 
Pensavo di non poter seguire più di 15 persone ma quest’anno abbiamo toccato i 25 credo che questo numero non si possa superare.
 
 Molta soddisfazione è quella di aver dato vita ad un giornalino che potrete leggere collegandovi in rete sul sito Unitre Rivoli   sez/ giornalino.
 
A tal proposito vi invito ad inviarci il vostro contributo scritto con consigli ed elaborati. Chiediamo ai dirigenti di farci pervenire eventuali comunicazioni e segnalarci avvenimenti e curiosità.-
 
Questo giornalino viene pubblicato due volte all’anno: in gennaio per il saluto di apertura e in Maggio, alla festa di chiusura.
 
Un saluto ai cari amici di rossovenexiano che con i loro commenti ai nostri lavori ci aiutano a rendere migliori i nostri lavori.
Abbiamo creato un ponte tra le due realtà di scrittura e spesso leggo ai miei i lavori che leggo su rosso.
 
Gli iscritti al mio “Laboratorio di scrittura” di Rivoli, considerano amici i frequentatori di rosso e vi salutano affettuosamente …
Grazie a Manuela che pubblica i nostri libri e li reclamizza sul sito.
 
    Vi abbraccio tutti
 
      Maria Mastrocola Dulbecco
 
 
 

giovedì 7 febbraio 2013

Messina

Ecco cosa vedevo dal terrazzo delle mie vacanze quest'anno! ! !
Sotto: una serie di piccoli porti, costruiti da grandi massi, servivano da riparo alle centinaia di barche che gli abitanti del posto posseggono e adoperano non più per fare i pescatori ma per la passione personale per la pesca.
   Ci sono ancora  alcuni pescatori che vendono il pescato all'angolo della strada, vicino al mare e parlando con loro  mi hanno detto che il pesce scarseggia nello stretto ed è anche questo il motivo per cui non ci sono molti pescatori di professione. I giovani sono tornati a fare i marinai.  Dicono sono torneti a fare i marinai perchè a sentire i loro racconti, la popolazione del posto (Punta Faro) inizialmente era fatto di marinai imbarcati nei traghetti e nelle navi, poi si era creato una forte propensione alla pesca e il mare dava loro da vivere, poi la scarsità del pesce e il grande lavoro che la pesca richiede, hanno preferito ritornare a fare i marinai imbarcati sui mezzi di trasporto marini.
   Possedere una barca comporta molto lavoro, questa richiede attenzioni speciali, io ho visto rientrare alcuni pescatori e già all'arrivo devono preoccuparsi di ancorare la  barca, pulirla vuotando l'eventuale acqua imbarcata, legarla saldamente ancorandola a riva, togliere il superfluo e dopo questo rito può tornarsene a casa portando il  pesce pescato.
   Ho visto portare a casa un solo pesce! 
   Lo stretto è veramente molto bello, tutto il giorno passano imbarcazionidi ogni tipo, molti continer, petroliere e poi traghetti locali e motoscafi che collegano le varie isole. A gara fanno le navi da crociera e la più bella che ho visto è stata questa.
non sono bastati tre scatti per prenderla tutta. Era ferma al posto e mi sono divertita a vedere alcuni passeggeri che erano sui balconcini e qualcuno stendeva il suo piccolo bucato. Di notte poi queste navi sembrano favole galleggianti, i colori delle luci e la loro forma, fanno sognare.  Normalmente, le navi da crociera,  si fermano al porto di Messina verso le ore 12 e scendono a terra per assistere alle funzioni del campanile del duomo.  E' veramente un bellissimo spettacolo, appena  scattano le 12 un leone che si trova alla sommità, agita la bandiera messinese e rivolto verso la piazza ruggisce per tre volte, ripetendo la cosa a destra e a sinistra, procede poi il gallo che fa sentire i suoi potenti chicchiricchì sempre per tre volte. Ci sono poi le due figure femminili che suonano le campane. Esse ricordano le due eroine messinesi Dina e Clarenza  che durante i vespri siciliani del 1282 suonarono a stormo  le campane per incitare il popoloalla resistenza. Allo stesso istante in un quadro sottostante, la morte agita la falce mentre davanti  le  passano le figure di un bambino, un giovane, un uomo e un vecchio per significare che la morte non guarda l'età.  Poi c'è la Madonna con una lettera ai messinesi e altre figure che fanno  da contorno significando altre cose che non  vi descrivo per non dilungarmi ma  forse ne farò un racconto intero un'altra volta. La piazza è gremita di persone con la faccia rivolta in alto per ammirare questo stupendo campanile alto 65 metri ! ! !
in tutta questa  bellezza, il mio rammarico è stato di non avere Paolo con me. Durante il viaggio  osservando la vegetazione che cambiava di posto in posto  dicevo a Claudia: Vedi papà mi  avrebbe detto il nome di ogni albero e poi aggiungevo, chissà se qualche volta mi ha preso in giro! Ma no, lui veramente si interessava a tutto ed aveva una conoscenza  approfondita di tantissime cose. Mi avrebbe spiegato il perchè della fattura di ogni barca e il perchè uno era fatto in tal modo e l'altro diverso. Ero troppo abituata a chiedergli tutto ciò che non conoscevo sicura di avere una risposta. So che lui era con me !!!
   Vi abbraccio tutti e vi auguro una buona Domenica    Maria